venerdì 16 novembre 2012

Qualcosa da non raccontare


La storia di Yuri non la racconto perché c'è un limite anche al male.  C'è un tipo di cattiveria che non merita di essere descritta, che non può prendere la forma delle parole, che deve restare senza alcun suono, che non deve neanche per un secondo accendere la curiosità, istigare quel morboso ribrezzo dentro cui sguazza la cronaca nera.

Così di Yuri, arrivato a Casa Magone da poco più di dieci giorni, racconterò solo che oggi ha gioito quando ha ricevuto un piccolo gioco e una sua foto scattata qualche tempo prima.
I ragazzi, quelli che già stanno dentro da un po' e che di lui conoscono la storia, la stessa che Yuri porta segnata sul corpo, lo tengono d'occhio e lo proteggono, lo difendono e gli vogliono bene.

Resto sempre più stupita da quanto si impara alla scuola delle cose rotte.  

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