Alla Scuola delle cose rotte non si finisce mai di imparare. Mi domando se prima o poi, frequentandola, prenderò il diploma di "dottore presso l'Università della Strada".
Don Gallo, pace all'anima sua, era Professore emerito presso una filiale della stessa Università, di cui si trovano sedi un po' in tutto il mondo, compreso dove uno non se lo aspetta, come a Stoccolma. Anche li, il ferro e fuoco di questi giorni ce lo stanno segnalando, ci sono poveri che vivono in strade povere, che anche se non sono sterrate è come se lo fossero.
Studiando, è piuttosto ovvio, si impara a riconoscere la materia di studio. Sarà per questo che ormai i miei professori, i meninos de rua, li riconosco a ogni latitudine con un colpo d'occhio. Facile! Commenterà lo scettico. Sono poveri, si vede subito che sono bambini di strada!
Non è così. Loro passano a fianco della gente come ombre. Il loro spirito di sopravvivenza gli insegna come mimetizzarsi, così accade di incontrarli in un supermercato affollato o in una strada del centro, davanti a uno sportello di banca o ai lati di un ristorante, e di "attraversarli" come se fossero ectoplasmi.
E' così, credo, che poi ti sfilano il portafoglio o il formaggio dalla busta della spesa o ti si parano davanti proprio all'ultimo istante, quando lo sportello della macchina sta per chiudersi e allora ti accorgi di loro che con gli occhioni da "pet" e la manina tesa, ti chiedono uno spicciolo e ormai non puoi far altro che darglielo.
Ecco io, da brava alunna, ora li vedo prima. Meglio, sono loro che mi inquadrano, anche in mezzo a una folla. Comincio a pensare che abbiamo lo stesso odore. Sono come cagnolini che annusano la mamma. Da giornalista a studentessa a mamma cagna il passo è stato così corto che ora quasi non ricordo l'altra vita.
C'è così tanto da studiare con ognuno di loro che non credo mi basterà neanche questa di vita. Intanto prendo ripetizioni e chissà se prima o poi, dopo quella in scienze politiche, otterrò anche la laurea in "cose rotte che si riaggiustano"!